Le proteste dell’Iran si sono rivolte anche verso il sistema bancario e negli ultimi giorni stanno prelevando ingenti somme di denaro.
I manifestanti hanno iniziato a prelevare contanti dalle banche esortando sui social tutti i cittadini a prelevare contanti dalle banche o acquistare dollari oppure oro. A riferirlo è l’agenzia dell’opposizione “Iran International” che ha analizzato documenti ricevuti da istituti bancari che mostrano un aumento della richiesta di contanti negli ultimi giorni in Iran. Si tratta della nuova forma di protesta contro il regime dell’ayatollah della Repubblica islamica.
La Banca centrale non starebbe rispondendo alla crescente domanda. L’obiettivo dei manifestanti sarebbe quello di far crollare il sistema bancario e l’economia del regime per metterlo alle strette dal punto di vista finanziario svuotando le banche. Anche l’avvocata e premio Nobel per la pace Shirin Ebaldi ha invitato i cittadini iraniani sui social a prelevare contanti dalle banche esplicitando la correlazione con le proteste e le violente repressioni del regime. “Ora è chiaro a tutti che non c’è volontà da parte del governo di accettare la volontà del popolo” ha scritto.
Le proteste continuano in tutte le città del paese
Le proteste per strada non si fermano e nel frattempo va avanti anche lo sciopero generale di tre giorni indetto dai manifestanti. Secondo quanto riferito dall’emittente panaraba “Al Arabiya” a Qom i manifestanti hanno appiccato un incendio presso il quartier generale della forza paramilitare dei basij e dato fuoco a una foto di Qassem Soleimani, il comandante della Forza Quds dei Guardiani della rivoluzione islamica (i cosiddetti pasdaran), ucciso a Baghdad il 3 gennaio 2020 da un drone statunitense.
Intanto arrivano le denunce di manifestanti che sono stati costretti a violentarsi tra di loro nel carcere dove vengono picchiati e torturati appena arrivati. «Ci portavano in una stanza e ci riempivano di botte, ci minacciavano e ci ordinavano di violentarci a vicenda. Sul soffitto, una telecamera che riprendeva tutto» dice un testimone appena uscito dal carcere al Corriere della Sera. «L’uso sistematico degli stupri nelle carceri non è una novità. Avvengono sia sulle donne che sugli uomini, senza differenza» conferma l’Iran Human Rights Monitor,